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Italsicurezza - Sistemi antintrusione a norma CEI 79-3

Sistemi antintrusione a norma CEI 79-3 

La normativa CEI 79-3, che recepisce alcune parti della norma europea EN 50131, definisce le “Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione”, stabilendo una serie di criteri per la progettazione, pianificazione, esercizio, installazione, messa in servizio e manutenzione di impianti di allarme intrusione e rapina. Questi sistemi, costituiti da rivelatori, apparati di sistema e dispositivi di allarme, vengono installati presso contesti operativi definiti, allo scopo di proteggere persone, beni ed edifici. 

Alcune parti della norma EN 50131 hanno avuto aggiornamenti successivi all’uscita della CEI 79-3, che sarà aggiornata entro il 2024.

La realizzazione di un impianto antintrusione a norma CEI 79-3 spetta ad esperti in grado di occuparsi opportunatamente delle fasi di progettazione, pianificazione, installazione, manutenzione e riparazione del sistema grazie alla formazione ed esperienza necessaria. Un’adeguata formazione è, infatti, un requisito fondamentale: la normativa, per la realizzazione dell’impianto (sia nelle fasi progettuali che in quelle realizzative), prescrive che il personale sia in possesso di una serie di competenze legislative, metodologiche, organizzative, gestionali, tecnologiche e diagnostiche relative alle apparecchiature, comprovate da documentazione pertinente. 

L’impianto, infatti, deve essere installato e mantenuto in stato di efficienza seguendo le normative e le raccomandazioni dei costruttori nell’ambito installativo specifico. La progettazione dell’impianto deve essere coerente con la tipologia del sito e dei beni contenuti oltre alla tipologia di danni a cui possono essere esposti. Anche lo storico di eventuali crimini o problemi verificatisi in precedenza, nonché la variabile umana devono essere considerati. 

Gli impianti, a seguito dell’analisi dei rischi e delle necessità, si possono suddividere in 4 livelli di prestazione: 

  • Livello 1 – rischio basso, è prevista una bassa preparazione degli intrusi sugli impianti e limitata disponibilità di attrezzi reperibili; 
  • Livello 2 – rischio medio, si ipotizzata una limitata preparazione degli intrusi sugli impianti e l’utilizzo di attrezzi generici portatili; 
  • Livello 3 – rischio medio-alto, si suppone che i malviventi siano pratici degli impianti e che dispongano di una gamma completa di strumenti e apparati elettronici portatili; 
  • Livello 4 – rischio alto, in cui i malviventi possono avere capacità e risorse idonee a pianificare nel dettaglio un’intrusione o una rapina, disponendo di una gamma completa di attrezzature, compresi i mezzi di sostituzione delle componenti di un impianto. 

Durante la fase di progettazione devono essere individuate soluzioni adeguate a ridurre al minimo eventuali falsi allarmi o segnalazioni di errore. 

La normativa CEI 79-3 specifica che: “La responsabilità di un’adeguata manutenzione (ispezione e servizio) e delle necessarie riparazioni dell’impianto di allarme intrusione e rapina ricade sul cliente. La manutenzione deve essere affidata a personale addestrato, che deve intervenire a programma (manutenzione preventiva) e/o su chiamata (manutenzione correttiva).” 

La manutenzione preventiva dovrebbe avere una periodicità almeno annuale, verificando anche lo stato delle batterie come da indicazioni del costruttore. 

Un system integrator esperto è in grado di occuparsi della realizzazione di un impianto antintrusione in tutte le sue fasi, garantendo l’efficienza del sistema. Per un livello di sicurezza maggiore, è possibile integrare la soluzione con altre tecnologie (come i sistemi di videosorveglianza e controllo accessi), o di adottare software specifici in grado di agevolare le attività di gestione dei sistemi.