Gli ultimi fatti di cronaca stanno riportando l’attenzione sul tema delle aggressioni all’interno di mezzi che offrono un servizio pubblico, in modo particolare ambulanze e taxi. I numerosi episodi riportati dai notiziari, hanno velocemente riacceso il dibattito sul tema della
sicurezza e sulla necessità di videosorvegliare non soltanto i luoghi pubblici, ma anche alcuni mezzi di utilità collettiva.
Le
aggressioni in taxi continuano ad essere un fenomeno noto e le vittime non sono soltanto i clienti ma anche gli stessi tassisti: talvolta basta poco per scatenare la violenza e in assenza di registrazioni video è sempre difficile ricostruire realmente i fatti.
Oltre ai Taxi, anche le
ambulanze sembrano essere obiettivo di atti fraudolenti. Secondo un sondaggio effettuato da
ANAAO ASSOMED (Associazione Medici Dirigenti) nel 2018, in Italia si è assistito ad un’escalation progressiva di episodi di violenza contro gli operatori sanitari. Su 1280 soggetti intervistati, il
65% circa ha risposto di essere stato
vittima di aggressioni, di questi il
66,19% riferisce
aggressioni verbali mentre il
33,81% aggressioni fisiche. Risultano particolarmente colpiti i medici del Pronto Soccorso, spesso oggetto di violenze fisiche o addirittura di vere e proprie spedizioni punitive, sino ad arrivare ai recenti casi di sequestro di ambulanze e del relativo personale al suo interno. Il dato più preoccupante riguarda in modo particolare il Sud Italia e le isole, con una concentrazione maggiore di tali episodi.
Ad oggi, poco è stato fatto per tutelare al meglio l’incolumità del personale medico: nonostante le indicazioni suggerite dal
Ministero della Salute, in modo particolare quelle contenute nella
raccomandazione n.8 del 2007, non si è mai arrivati ad una decisiva svolta per tentare di controllare questa piaga. La raccomandazione ministeriale afferma chiaramente: “Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari costituiscono eventi sentinella che richiedono la messa in atto di opportune iniziative di protezione e prevenzione”, invitando direttamente ad installare impianti di videosorveglianza a circuito chiuso laddove necessario.
Ciò nonostante, gli ultimi gravi casi di violenza hanno portato il
Ministro della Salute Lamorgese a dichiarare che dal
15 gennaio 2020 verranno installate delle
telecamere sulle
ambulanze di Napoli, allo scopo di poter monitorare quello che avviene all’interno dei mezzi. Si tratta di un provvedimento che colpisce una precisa area, ma che si spera possa fungere da traino per l’intera penisola per la prevenzione e la lotta contro la violenza.
Per la videosorveglianza su mezzi mobili (treni, bus, ambulanze, taxi, ecc.) servono tecnologie specifiche: in particolare telecamere
IP antivandalo ad
alta risoluzione (maggiori di 2 MegaPixel ed in grado di eseguire riprese fino a 60 fotogrammi al secondo) riuscendo così ad avere un rapporto pixel/metro tale da permettere l’identificazione di una persona.
Indispensabile per la buona qualità d’immagine è un elevato
WDR: l’acronimo sta per Wide Dynamic Range e traducibile come intervallo dinamico, ossia la differenza del livello di luce tra il punto più chiaro e quello più scuro in una determinata scena. Il WDR è una funzione a cui non si può fare a meno e che consente di evitare di vedere solo grandi macchie bianche sulle aree esterne, riprese senza alcun dettaglio (controluce).
Altra caratteristica importante è lo
stabilizzatore d’immagine: una funzione che, nel caso in cui vengano rilevate delle vibrazioni, corregge in modo dinamico il video traballante sia sull'asse verticale che orizzontale, con conseguente chiarezza d'immagine e vista stabile. Per la registrazione On Board, devono essere presenti gli ingressi SD/SDHC/SDXC.
Molto spesso, questo genere di
prodotti sono
certificati e comprovati per il settore ferroviario (EN 50155 e EN 50121-3-2). Le telecamere XNV-6013M e XNF-8010R, 8010RV, 8010RVM di
Hanwha sono una soluzione ideale, nonché compliance alle normative vigenti.
In un sistema per mezzi mobili, altrettanto importante è l’apparato di registrazione di rete
NVR, necessario a registrare il segnale video delle telecamere IP di un sistema di sorveglianza. Sono
dispositivi specifici
certificati EN 50155 (urti/vibrazioni) e EN 50121-3-2 (EMC) dotati di almeno 2 SSD in RAID1 e che supportano codec H.265 e H.264 con elevata banda di registrazione (128 Mbps con max 16 canali).
Caratteristiche peculiari sono anche il supporto della rete
WiFi e
Mobile (3G/4G) oltre al
GPS. Queste ultime, permettono al centro di controllo di tracciare in tempo reale la posizione del mezzo, ricevere live eventuali allarmi (manomissioni, eventi di video analisi, pulsante emergenza) con riscontro video,
Backup automatico e
data dumping quando il mezzo arriva ai punti WiFi configurati.
La videosorveglianza all’interno di questi particolari veicoli e più in generale nei vari mezzi pubblici, può rappresentare un valido deterrente contro eventuali malintenzionati, permettendo inoltre di aumentare il livello di sicurezza e di poter visionare sempre ciò che sta realmente accadendo. La tecnologia, infatti ha il compito di intervenire laddove il controllo umano non è possibile, rappresentando una valida e concreta soluzione per la sicurezza di tutti.
Fonti:
ANAO ASSOMED,
Ministero della Salute,
Ansa,
Quotidiano Sanità