Cerca
Close this search box.
Xiaomi un bug della videocamera mostrava immagini di luoghi sconosciuti su Google Nest Hub

Xiaomi: un bug della videocamera mostrava immagini di luoghi sconosciuti su Google Nest Hub

Nuovi grattacapi per il colosso Google: un grave problema di sicurezza (ora risolto) su Home legato a Xiaomi ha costretto Google a disabilitare momentaneamente il servizio. Succede che i primi giorni di gennaio 2020, un utente in possesso di telecamere “Xiaomi Mijia 1080p Smart IP Security Camera”, tramite il suo Google Nest Hub, ha iniziato a visualizzare le immagini provenienti da luoghi a lui sconosciuti anziché visualizzare le telecamere della sua casa.

Il fatto

In seguito alla segnalazione dell’utente su Reddit, Google ha reagito prontamente: “Siamo a conoscenza del problema e siamo in contatto con Xiaomi per lavorare su una soluzione. Nel frattempo, stiamo disabilitando le integrazioni Xiaomi sui nostri dispositivi”.

Xiaomi ha riconosciuto il problema e ha affermato che non prende alla leggera i problemi di privacy degli utenti: “Ci scusiamo per l’inconveniente che ciò ha causato ai nostri utenti. Da allora il nostro team ha agito immediatamente per risolvere il problema e ora è stato risolto. Dopo un’indagine, abbiamo scoperto che il problema è stato causato da un aggiornamento della cache del 26 dicembre 2019, progettato per migliorare la qualità dello streaming della videocamera. Questo è successo solo in condizioni estremamente rare. In questo caso, è successo durante l’integrazione tra Mi Home Security Camera Basic 1080p e Google Home Hub con uno schermo di visualizzazione in condizioni di rete scarse”.

Il bug è stato corretto proprio in questi giorni e Xiaomi ha dichiarato che è possibile tornare ad utilizzare in serenità e sicurezza i propri dispositivi e la collaborazione interrotta con Google Nest Hub è stata presto riavviata. Una storia a lieto fine, che lascia però molti dubbi e incertezze da parte del pubblico sul tema della privacy e della sicurezza.

La responsabilità è dell’uomo

Il caso di Xiaomi non è certamente né il primo né l’ultimo, ma soltanto l’ennesimo scandalo che va a intaccare la fiducia delle persone sulla tecnologia in generale. In rete sono comparse molteplici reazioni degli utenti, che esprimono scetticismo nei confronti dell’intelligenza artificiale, delle tecnologie in grado di riprendere immagini o riconoscere comandi vocali o più in generale dei dispositivi volti alla sicurezza o alla domotica.

Nella discussione una cosa sembra essere certa: la tecnologia non è dotata di una volontà propria e di conseguenza non è né buona né cattiva. Essa si propone di soddisfare un bisogno, andando a ricoprire il ruolo per cui è stata inventata. L’utilizzo, il funzionamento e il fine con cui essa viene adoperata è una responsabilità dell’uomo, che ha il compito di regolarne l’uso che ne viene fatto e di adottare un’etica.

Un altro punto da specificare è che spesso affidarsi a soluzione estremamente economiche e fai da te, può rappresentare un notevole svantaggio. Affidarsi ad un professionista del settore in grado di ideare e progettare soluzioni customizzate, permette invece di avere certezze sulla qualità del risultato finale. La prestazione di un professionista disponibile a seguire l’utente in tutte le fasi di realizzazione di un progetto, dall’analisi, all’installazione sino ai servizi post-vendita e di manutenzione, garantisce di evitare spiacevoli inconvenienti come certi recenti casi di gravi violazioni della sicurezza e della privacy.

La qualità costa, ma qual è il prezzo della non qualità?

Fonte: Eset